
Gli appuntamenti alla Fondazione Volume sono un Talk e Opening di Petr Davydtchenko e la mostra “Veglia” di Bizhan Bassiri.
Il 12 maggio si è svolto il talk insieme a Petr Davydtchenko, sui “Nuovi linguaggi artistici tra oggetto, performance, mutamenti biografici”, con Becky Haghpanah-Shirwan (direttrice di a/political), Maurizio Coccia (Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini di Trevi) e Silvano Manganaro (critico e curatore).
L’ultimo lavoro di Davydtchenko, dal titolo Seven Pieces from Pikník na obóčin, consiste in alcuni video realizzati tra il 2016 e il 2018, che descrivono le ritualità dell’artista ormai diventato un essere distaccato e autosufficiente dalla realtà, e che riesce a nutrirsi di ciò che la società considera un “rifiuto”.
E’ sicuramente una dura critica al sistema economico globale.
E “Veglia” di Bizhan Bassiri a cura di Bruno Corà.
E’ una selezione di opere di Bassiri ( Bizhan Bassiri,nato a Tehran nel 1954, a Roma dal 1975, vive tra Roma e Chiusi.
che parte da un Erme in bronzo lucido e un Bastone dello stesso materiale che riflettono lo spazio circostante. Fino al quadro Evaporazione, con figure in lotta e simboleggiano il destino dell’eroe.
L’opera è composta da zolfo, nero fumo e bianco titanio, e si mimetizza con il pavimento dello spazio che è ricoperto da lapillo lavico.
Il Sarcofago è l’opera centrale come un monumentale monolite nero ispirato da una roccia trovata nel Mar Baltico. E’ una scultura che ricorda un dormiente disteso, il sarcofago di un eroe che sacralizza tutto lo spazio circostante.
Bizhan Bassiri, Veglia
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