
Canova eterna bellezza è la mostra in corso al Museo di Roma a Palazzo Braschi (fino al 15 marzo 2019): uno sguardo speculare tra Roma e il suo scultore nel segno dell’eternità. Il successo di questa mostra supera le 55.000 presenze.
E possiamo dire, con certezza, che Antonio Canova e Roma si appartengono e si identificano nella bellezza assoluta della classicità.

Amore e Psiche stanti Gesso, 148x68x65 cm Veneto Banca spa in L.C.A. Foto di Andrea Parisi
Canova studia e ammira moltissimo le opere classiche; questa assimilazione straordinaria ne ha fatto un genio della classicità, e non è stato un lavoro di copia, ma di pura e intrigante emulazione, come dice il curatore.
Con l’arrivo di Canova nel 1779, Roma si conferma il centro dell’arte moderna.

E la mostra racconta questa reciproca grandezza tra la città un artista che amava così tanto il classico, da dire:
” L’Antico bisogna mandarselo in sangue sino a farlo diventare naturale com la vita stessa“.
Con il Monumento di Clemente XIV nella Basilica dei Santi Apostoli, nel 1787, a 26 anni Antonio Canova diventa un esempio di perfezione classica.
E con quest’opera inizia l’itinerario per conoscere Roma attraverso gli occhi di Canova e i suoi spostamenti sono minuziosamente riportati nei suoi Appunti di Viaggio.
La mostra si apre con dei bellissimi disegni e bozzetti, alcuni incredibili, a pensare siano stati disegnati a mano libera, per poi snodarsi sul dialogo con altri artisti. E così L’Eros Farnese (del Museo Nazionale Archeologico di Napoli) si confronta con l’Amorino alato (dall’Ermitage di San Pietroburgo).
La mostra accende il confronto tra Antico e Moderno, nel senso in cui lo ha studiato e pensato Canova, concretizzandolo nelle sue opere.
Al focus sul confronto tra Classico e Neoclassico è dedicata tutta una sala nella quale gessi di opere antiche si confrontano con i marmi di Canova, e così l’Apollo del Belvedere e il Gladiatore Borghese si confrontano con Il Perseo trionfante e il Pugilatore Creugante canoviani, accostando gessi di famose opere classiche ai marmi del Canova.

La mostra è concepita come un dialogo e un confronto di approfondimento, attraverso continui confronti con altre opere classiche e con la classicità.
Il dialogo però non è solo con l’Antico, ma anche con gli scultori del tempo. Infatti Canova commissionò molti busti, per il progetto di trasformazione del Pantheon in tempio laico dedicato agli artisti, e il suo famoso studio (in Via delle Colonnette a Roma) ebbe un’attività fervente e straordinaria di produzione artistica.
Le opere sono in tutto oltre 170, alcune di pregio estremo e prestiti eccellenti: dall’Ermitage di San Pietroburgo, Musei Vaticani, Gypsotheca, Museo Antonio Canova di Possagno, da Napoli, Bologna, Tolosa, Venezia, Genova, Asolo, Bassano del Grappa e altri.
Ma quello che resta impresso di questa mostra sono le atmosfere di suggestivi chioroscuri, giochi di specchi e pedane rotanti, apposta per ammirare le opere. Così come voleva lo stesso Canova: al chiaroscuro di candela, l’osservatore deve stare fermo e l’opera è in movimento rotatorio; gira su se stessa per offrirsi in tutta la sua bellezza.
E in fondo la scultura va osservata proprio così.
Canova eterna bellezza rispetta dunque i suggerimenti dello scultore per fruire delle sue opere. Un rispetto che gli si deve se si pensa anche al suo impegno per l’arte nella conservazione e nel restauro delle opere. Per non dire di quello profuso per la restituzione delle opere dopo la caduta del periodo napoleonico.
L’emozione finale arriva con un’opera strepitosa in prestito dall’Ermitage di San Pietroburgo: una stanza tutta per lei, con specchi e base rotante come voleva Canova. La danzatrice, mani sui fianchi. Esempio di bellezza neoclassica con abito stile impero; una diva che, così com’è esposta, incute quasi un’ammirazione sacrale.
Capacità organizzativa, genio innato, studio, ammirazione dei classici, e profondo amore per l’arte, fanno di Canova una parte stessa della eterna bellezza di Roma.
Quando la fotografia omaggia la scultura
C’è poi una sezione della mostra che fa un po’ luogo a sè ed è il gruppo dei 30 scatti di Mimmo Jodice alle opere di Canova.

Paride
Marmo, 200×79,5×64,5 cm
Asolo, Museo civico inv. 494
copyright Mimmo Jodice
Non è difficile dare bellezza a quello che già è bello, ma le fotografie di Jodice colgono dei particolari che raccontano l’opera d’arte secondo il suo obiettivo e ti fanno scoprire qualcosa che forse non avevi notato. C’è un completamento, ed è questo, credo, il senso di questa sezione.
Quando la tecnologia incontra la classicità e ci proietta nel futuro
E’ in mostra il futuro tra stupore e inquietudine. Sì, perchè è in mostrra la riproduzione più contemporanea di Amore e Psiche giacente di Canova. Lo scultore è un robot che ha lavorato 270 ore ininterrotte con la scansione 3D di un blocco di marmo di Carrara da 10 tonnellate.
L’idea è di Magister in collaborazione Robotor e qui rappresenta un omaggio alla classicità sublime di canova, ma al tempo stesso, pone questioni importantissime sulla riproducibilità delle opere d’arte.
Chi saranno i nuovi artisti?
Perchè vedere questa mostra: per riconoscere a Canova un debito di inestinguibile bellezza.
INFORMAZIONI
Canova. Eterna Bellezza
Museo di Roma a Palazzo Braschi Ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10
9 ottobre 2019 – 15 marzo 2020
Realizzata in collaborazione con Accademia Nazionale di San Luca e Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno
A cura di Giuseppe Pavanello
Lightning designer Francesco Murano
Catalogo Silvana Editoriale
Orario apertura Dal lunedì alla domenica Dalle ore 10 alle 19 La biglietteria chiude un’ora prima
Aperture straordinarie 24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
Giorni di chiusura 25 dicembre, 1 gennaio
MOSTRA CON BIGLIETTO RIDOTTO PER I POSSESSORI MIC
Biglietto “solo mostra”: – intero: € 13,00
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