
A Milano attendevano con molta fiducia la riapertura della mostra Georges de La Tour: l’Europa della Luce. Le prenotazioni erano già centinaia prima della chiusura da lockdown.
La storia di questa mostra è stata un po’ tormentata in epoca di covid: inaugurata il 7 febbraio, chiusa il 24, e riaperta una settimana soltanto, dal 2 all’8 marzo.
Ma ora è finalmente aperta, seppure con il rispetto delle norme sociosanitarie e con le prenotazioni superobbligate.
La stampa l’aveva già accolta come una mostra evento.
E in effetti è la prima mostra in Italia dedicata a Georges de la Tour, messo a confronto anche con altri pittori importanti del suo tempo come Gerrit van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot.

Artista caduto per secoli nell’oblio, riscoperto nel 1915 dallo storico tedesco Hermann Voss che darà via a una serie di studi che gli attribuiranno dipinti anche molto noti ma considerati a lungo opera di altri autori, affascina per le atmosfere notturne drammaticamente intense giocate sul dialogo luce-ombra.
Uno stile espressivo molto vicino a Caravaggio e che de la Tour sembra aver imparato da Hendrick Terbrugghen.
Quei notturni a lume di candela espressi da una scala coloristica in cui i viola e i rosso cinabro s’accoppiano a grigi teneri avvolti in una luce rossastra, incantano e inquietano nello stesso tempo.
La luce di Gerges de la Tour non è spirituale, ma è esoterica. Non c’è nulla di teologico perchè è una luce cartesiana. Tuttavia son proprio quei tagli di luce così accurati che danno vita alla composizione scenica.
In effetti mi hanno colpito la modernità del disegno e in particolare i volti, quasi stilizzati e allungati (sto pensando a Modigliani). De la Tour è stato definito un pittore freddo e razionale, quasi un cinico, e la perfezione della sua pittura rappresenta la sua visione razionalmente drammatica della vita

Roberto Longhi sottolineò come in Italia non si trovino opere di Georges de la Tour e per questo la mostra appare particolarmente preziosa: in esposizione troviamo 15 opere, più una a lui attribuita. Complessivamente le opere ricondotte a questo artista sono circa 40.
Georges de La Tour: l’Europa della Luce ha impegnato 3 continenti e 28 musei che hanno concesso dei prestiti eccezionali; e che generosamente hanno accordato la proroga della mostra fino al 27 settembre.
Dettagli di organizzazione:
la mostra e promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, curata dalla Prof.ssa Francesca Cappelletti e da Thomas Clement Salomon.
Il comitato scientifico è composto da Pierre Rosenberg (già direttore del Louvre), Gail Feigenbaum (direttrice, Getty Research Institute), Annick Lemoine (direttore, Musée Cognacq-Jay).
La mostra è aperta dal giovedì alla domenica, dalle 11.00 alle 19.30 con apertura serale il giovedì sino alle 22.30 (ultimo ingresso un’ora prima).
La prenotazione è obbligatoria – anche per le categorie gratuite – presso Vivaticket tel. 02 92897755 o sul sito https://mondomostreskira.vivaticket.it/
È possibile prenotarsi anche poco prima della visita, purché sia rispettata la capienza consentita in ciascuna fascia oraria.
Al momento non è possibile prenotare visite per gruppi o scolaresche.
Per chi è già in possesso di prenotazione va richiesto il voucher al sito: https://shop.vivaticket.com/ita/voucher
L’audioguida è inclusa nel biglietto in forma di app da scaricare negli store Apple e Google inserendo il titolo della mostra.
www.georgesdelatourmilano.it