
“Prodigi di Bellezza” di Francesco Messina sono 120 opere per i 120 anni dalla nascita di questo grande artista; in corso dal 19 Dicembre 2021 al 27 Febbraio 2022, a Vercelli, Arca, Palazzo Arcivescovile ed Ex Chiesa Di San Vittore.
Francesco Messina (Linguaglossa, Catania 1900 – Milano 1995) è uno scultore tra i maggiori dell’ultimo secolo
Tra le 120 opere, molte sono di dimensioni notevoli.
Ed è una sequenza di veri prodigi: grandi marmi, molti bronzi e ritratti di amici e colleghi; memorabili quelli di Lucio Fontana, Salvatore Quasimodo, Riccardo Bacchelli (con il monocolo), Alfonso Gatto, Arturo Tosi, Eugenio D’Ors.

Tra le figure femminili, in particolare danzatrici, il ritratto di Carla Fracci, Luciana Savignano e Aida Accolla.
Non mancano opere dipinte di bellezza assoluta come Lia Ranza, Isabella Ostini e Vittoria Leone.
E tra le opere esposte nell’ARCA, una sezione è dedicata ai cavalli, che ricordano l’immagine del grande cavallo morente modellato nel 1966 per il Palazzo della Rai di Roma.

Se ci spostiamo nel Palazzo Arcivescovile e nell’ex chiesa di San Vittore troviamo opere di carattere religioso: uno dei bozzetti in bronzo della grande statua di Pio XII e quello di San Filippo Neri, il Giobbe ignudo e inginocchiato del 1933, o l’Adamo e Eva del 1956.
Altre ancora sono opere a carattere religioso, come il cardinale Schuster, la deposizione memore della Pietà Rondanini, le bellissime formelle (in bozzetto) di bronzo dorato, per la Santa Caterina, a Castel Sant’Angelo a Roma.
La mostra conferma e svela ancora una volta il valore artistico dei prodigi di bellezza di Francesco Messina: presente alle Biennali di Venezia del 1922, 1928, 1930, 1932, 1942 (sala personale, vincitore del premio internazionale di scultura), 1956 (sala personale).

Infatti a Messina sono state dedicate importanti mostre personali (quella di esordio fu alla galleria Milano del 1929, presentata da Carlo Carrà) e collettive in tutti i continenti.
“Francesco Messina – per Sandro Parmiggiani, – si colloca nella linea italiana della grande scultura del Novecento che, come scrive Antonio Paolucci, si dipana da Wildt, attraverso Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Messina stesso, fino a Giuliano Vangi. Salvatore Quasimodo, amico di una vita, lo definì “spirito apollineo e meditativo”.
Il lavoro di Messina lo vediamo incentrato tutto sulla tradizione: da quella egizia, greco-romana e rinascimentale, fino all’Ottocento e ai suoi contemporanei. C’è la fedeltà ad un rigore antico che è proprio la sua modernità.
E questa fascinazione per il passato possiamo leggerla in molte sculture come in filigrana.
In questo senso è esemplare ciò che scrisse De Chirico nel 1938, nella presentazione dell’esposizione personale alla Galleria ‘La Cometa’ di Roma:
‘Le sculture di Francesco Messina, ovunque si trovino, fanno piacere a guardare, vivono con gli uomini e li consolano con la loro presenza’”.
Infine, l’esposizione è accompagnata da un prestigioso catalogo – monografia in coedizione tra Polistampa Firenze e Studio Copernico Milano.
Info:
Vercelli, 18 dicembre 2021 – 27 febbraio 2022
ARCA, piazzetta S. Marco 1:
orari di visita: giovedì-domenica dalle ore 10.00 alle ore 19
Palazzo Vescovile, piazza Alessandro d’Angennes, 5;
orari di visita: giovedì-domenica dalle ore 14.00 alle ore 18
Ex Chiesa di San Vittore, largo d’Azzo: vista dall’esterno
L’ingresso alla mostra è gratuito.
Prenotazione obbligatoria, scrivendo una e-mail all’indirizzo di posta elettronica: mostre@gmail.com
oppure rivolgendosi al numero 3383473682, contattabile dalle 10 alle 19 dal giovedì alla domenica. Prenotazione anche in ARCA negli stessi orari.
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