RENATA RAMPAZZI “CRUOR”

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La prospettiva del polittico nella mostra Cruor di Renata Rampazzi al Museo Bilotti
Renata Rampazzi_Cruor_Foto di Eleonora Cerri Pecorella

Renata Rampazzi è con la mostra “Cruor” al Museo Bilotti di Roma, dentro Villa Borghese.

E’ un’artista astratta che distingue il sangue nell’aspetto cruento, come quello che sgorga dalle ferite o dal flusso femminile o dal parto. Altro significato è il sanguinis , che è sangue vitale che scorre all’interno dei corpi.

La vita della donna è più cruenta.

E così Renata spiega e denuncia la violenza sulle donne con il titolo che sceglie il termine Cruor. Tuttavia, oltre il concept di denuncia, dipinge con grazia e leggerezza ferite e grumi di sangue che si diramano in trasparenze delicate.

Come quando si cerca di disinfettare e pulire la ferita e il rosso del sangue si declina nei toni più chiari e trasparenti. Qui ci sono tutte le gradazioni del Cruor, dal rosso rappreso quasi nero, fino al delicatissimo rosa. Tutto quindi finisce nelle sfumature del colore rosso, perchè la violenza non è esibita, ma è denunciata, in un rapporto direi perfetto tra immagine e delicatezza.

Renata Rampazzi con Cruor
Renata Rampazzi Cruor

L’installazione dedicata alla violenza sulle donne richiama alle cifre matematiche di questa violenza che anche qui non è esibita. Le tracce di sangue rappreso e i colori sbiaditi, come lavati per cancellare dolori e colpe, diventano dei sudari colorati in tutte le tonalità del rosso.

Mi sono chiesta cosa significhi questa delicatezza conclusiva delle opere di Renata Rampazzi e ho pensato che sia la vittoria della femminilità sulla violenza. Come un richiamo all’attenzione sociale per una denuncia grave, ma gridata nel segno bello e dell’arte.

Bello e cruento: questa la sintesi che riesce a compiere l’artista; dove il male è raccontato per immagini che sfociano nella bellezza eterea della femminilità.

Renata Rampazzi con un'opera di Cruor al Museo Bilotti di Roma
Renata Rampazzi Cruor
Dipingere le garze rappresenta la forza della materia che diventa eterea, come una catarsi di purificazione che riscatta la violenza nella sua dimensione estetica.

Renata Rampazzi ha detto che normalmente non si dipinge per denuncia,ma si secondo l’ispirazione. Questo è rimasto del suo impulso artistico, prima una recrudescenza poi sempre un approdo di dolcezza.

In mostra 14 dipinti, 46 studi preparatori, un’istallazione e un video.

A cura di Claudio Strinati

Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Viale Fiorello La Guardia 6, 00197 Roma

Apertura al pubblico: 17 settembre 2020 – 10 gennaio 2021

Orario: giugno – settembre: da martedì a venerdì e festivi ore 13.00 – 19.00 (ingresso fino alle 18.30). Sabato e domenica ore 10.00 – 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30).

Ottobre – maggio: da martedì a venerdì e festivi ore 10.00 – 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30); sabato e domenica ore 10.00 – 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30).

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

Organizzazione: Renata Rampazzi e il suo studio

Catalogo: Edizioni Sabinae

Info Mostra: Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museocarlobilotti.it; www.museiincomune.it

Biglietti: Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria e gratuita 060608 online da casa

 

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Ciao, sono Emanuela, donna, moglie, madre e blogger con studi classici e formazione giuridica, eclettica per natura e per destino, “nerd” quanto basta.

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