
La Fornarina di Raffaello è in corso di spostamento da Palazzo Barberini alle Scuderie del Quirinale a Roma.
Una mostra speciale per i cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio ci riporta all’attenzione quest’ opera celebre e un po’ misteriosa.
La Fornarina risale al 1520 circa ed è un olio su tavola che misura cm 87 x 63.
Lei sarebbe Margherita Luti, la figlia di un fornaio di Trastevere, e forse l’amante di Raffaello che l’avrebbe dipinta per sè. Manca, infatti un committente.
Ma questa leggenda romantica non deve farci dimenticare che si tratta, secondo la critica, di una rappresentazione della dea Venere, con un volto anche imperfetto e, sempre secondo gli esperti, dai tratti mancanti.
Che sia Venere , anzi una “Venere pudica” lo rivela la posa delle mani: una sul grembo e una che cerca di nascondere il seno; mentre, in realtà, sposta l’attenzione proprio là dove si vorrebbe nascondere. E questo gesto è tipico della statuaria classica.
Ma che la Fornarina rappresenti Venere ce lo rivela anche il bracciale con su scritto “Raphael Urbinas”, un evidente pegno d’amore per Raffaello, e le piante di mirto e melo cotogno dipinte sullo sfondo che sono un simbolo di fertilità.
Nella storia, questo quadro appartenne prima agli Sforza di Santafiora e poi ai Barberini, che lo acquistarono tra le prime opere del Palazzo, a dimostrazione del pregio riconosciuto da sempre a quest’opera.
Dal 4 marzo 2020 la Fornarina di Raffaello la vedremo alla Scuderie del Quirinale.