
Per Titina Maselli una mostra antologica da Bertolami Fine Arts a Roma, e la nascita dell’Archivio Titina Maselli, che qui avrà la sua sede.
La mostra TITINA MASELLI (1924-2005) I RITI DELLA MODERNITA’ è un’antologica curata da Claudia Terenzi.
Lei, Titina, è una pittrice italiana importantissima nell’arte del secondo Novecento e oggi apprezzata (e forse capita) più in Francia che in Italia.
E’ stata una donna strepitosa ed elegantissima, un’eterna pittrice, dall’infanzia fino all’ultimo giorno della sua vita: è stata un talento precoce.
1935 / 1946 – Prime prove nella casa di Via Sardegna
Questa sezione raccoglie i suoi dipinti dai dieci fino ai vent’anni; sono lavori creati nel nucleo domestico e intimo, quando il fratello Citto Maselli la guardava adorante mentre dipingeva, e lui si lasciava ritrarre.
“Quand’ero adolescente dipingevo ciò che vedevo intorno a me. In casa c’erano dei libri d’arte ma non mi dicevano nulla, lontani dal mondo”.

Titina sceglie da subito la contemporaneità.
Del resto,la migliore élite intellettuale frequentava casa Maselli: Luigi Pirandello è uno zio acquisito. Ospiti fissi anche Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Emilio Cecchi, Alberto Savinio, Alfredo Casella (il più importante musicista dell’epoca), Alberto Moravia, Palma Bucarelli e Silvio D’Amico.
E di Titina Maselli si innamoravano un po’ tutti, come dice del resto suo fratello Citto:
“Erano in tanti innamorati di lei. Anzi, nel mio ricordo di fratello minore incantato e adorante, lo erano tutti. Anche i “grandi” e accademici d’ Italia come Massimo Bontempelli che sorpresi scatenato a volerla nella cucina di casa nostra, mentre in salotto c’erano tutti gli altri invitati ignari in conversazione”
Nel 1948 c’è la sua prima mostra che consacra la pittura come il suo mestiere. I temi sono già definiti: le città di notte e gli atleti in azione.
Dipinge anche di notte, in strada, scortata o meno, col suo cavalletto cercando la città contemporanea: quella dei palazzoni, insegne pubblicitarie e luci artificiali. (Temi cari a Italo Calvino nei racconti di Marcovaldo)
“Era affascinata dai residui della giornata che occupavano i marciapiedi: pezzi stracciati di giornali, pacchetti ripiegati di Luky Strike, bucce di mela o di banana”
Titina era affascinata anche dagli sportivi, e lei stessa ammette che “il giornalaccio sportivo” è la sua fonte di ispirazione per calciatori e boxeur ritratti nello sforzo atletico.

Un percorso personale e innovativo
L’arte di Titina Maselli parla con un lessico mai visto; è arte espressionista, però fredda, perchè fa “tabula rasa di ogni sentimentalismo“. Il sentimento è azzerato alla ricerca di un percorso indipendente di pura verità.
Né astratta e neppure neorealista: Titina Maselli fà arte da sè. Cattura il colore e l’energia; finchè nel 1952 arriva a New York.

1952 / 1955 – Gli anni di New York
“La città della vita è NY, nel 52 sapevo già cosa era, già la volevo questa città sotto i fari…non morbida …non condita dal lirico dolente. Volevo proprio dipingere dell’essenza della vernice urbana municipale”
New York plasma Titina Maselli artista ancora più originale e per questo molta critica, pur apprezzandola, farà fatica a leggere il suo stile. Sicuramente un’antesignana della rivoluzione pop.

Gli anni ’60
Dal 1963 inizia a dipingere quadri di grandi dimensioni che sarò una sua costante, usando l’acrilico. Il contrasto sarà fra dimensioni e soggetti tipicamente maschili con lei che li dipinge: bella. esile, elegante.

“fare e disfare, partire e arrivare, distruggere e rifare”
Parigi
E’ una delle città della non-Roma che le dà forza creativa, ma a Roma ci torna sempre, come dice lei.
Sono gli anni 70.
Con Parigi è un amore reciproco e, soprattutto, è una città che l’ha sempre capita. Nel 72 arriva il primo grande riconoscimento con una mostra alla Fondazione Maeght a Saint Paul de Vence e la prima monografia da parte di Jean Luis Schefer. Inizia a collaborare con il teatro.
2005: i boxeurs, l’ultimo dipinto
Opera dipinta per il progetto di una sua retrospettiva al Palazzo delle Esposizioni chiude la mostra: il quadro è ancora sul cavalletto e lei ha 81 anni, quando muore, sola; ma per lei
la solitudine è il vero segno dell’indipendenza

Con questa mostra e la nascita dell’Archivio Maselli ci sarà più tempo per conoscere e approfondire un’artista non così semplice nè tanto pop quanto si pensi.
Sono certa che Titina Maselli, fra muscoli, atleti, sport maschili, e freddi ritratti di metropoli, in contrasto la sua elegante ed esile femminilità vuole raccontarci molto di sè. Forse, il motivo della sua originale ispirazione andrà cercato negli angoli più remoti della sua vita.
Il fratello Citto Maselli vorrà rivelarlo?
TITINA MASELLI
(1924-2005)
I riti della modernità
a cura di
Claudia Terenzi
Esposizione:2-30 marzo 2020
Bertolami Fine Art
Palazzo Caetani Lovatelli, piazza Lovatelli, 1
00186 Roma
Info:
+39 06 3218464 / 06 32609795
+39 345 0825223
Orario: dal lunedì al sabato ore 10.30-14.00 / 15.00-19.00
Domenica chiuso
Ingresso libero
Catalogo a cura di Claudia Terenzi
con testi di
Citto Maselli, Claudia Terenzi, Sabina de Gregori, Lorenzo Fiorucci