
“Seguimi” di Claudio Sestieri è un film che non mi ha sedotto.
“Seguimi” è uscito nelle sale lo scorso 22 novembre.
Ero certa che sarebbe stato il mio film: c’erano spunti irresistibili, come l’arte, il thriller, la psicologia e la location eccezionale dei Sassi di Matera.
Ma così non è stato; per me è stata una delusione.
Fin dall’inizio hanno dominato le scene dai colori freddi, freddissimi: il bianco ghiaccio e gli azzurri, fino al blu. Così il prequel mi ha innestato un senso di angoscia e di tragedia che non mi ha più abbandonato.
Nonostante la carrellata sulle splendide opere di Giacomo Balla, l’angoscia si è imposta come stato d’animo definitivo.

E non è bastato lo spostamento delle scene a Matera, tra i meravigliosi Sassi, o entrare nel Musma (Museo d’arte di Matera), lungo il dedalo di stradine scoscese, per riscaldare l’animo. I colori delle pietre di Matera chiari e caldi, il suo paesaggio da presepe quasi irreale, come perso nel tempo, è rimasto, pur nella sua bellezza, ancorato al senso di perdita e di angoscia delle prime scene del film.
Questo film snoda i temi della perdita ( quella atletica, del padre, della madre…di sé stessa) e dell’ossessione che ha origine dall’arte ma che non è un’ossessione d’arte.

Questi sentimenti di assenza e di vuoto avrebbero potuto avere uno sviluppo straordinario con quelle scenografie bellissime, quelle naturali e quelle degli interni, ben costruiti e magicamente valorizzati da una eccellente fotografia.
Proprio le luci e la fotografia sono uno dei punti di forza di questo film.
Forse sarebbero bastate da sé, con meno azione e meno dialoghi tra gli attori, a dare più forza al film.
Mi è parso che lo spunto di una storia davvero bella sia stato mancato da una sceneggiatura che non gli abbia reso giustizia. Il plot del film ha avuto dei momenti potenzialmente intensi che mi sono sembrati statici.
E quando dico che un film è lento non voglio dire che la scene siano troppo statiche o che l’attore resti immobile o muto per troppe lunghe pause; un film è lento quando la narrazione non procede secondo i suoi ritmi. Rallenta troppo, o cambia al momento sbagliato, o corre quando invece dovrebbe fermarsi.
Ogni sceneggiatura ha i suoi tempi naturali.

Ci tengo a dire che queste sono valutazioni personali, basate esclusivamente sulle mie emozioni, e che stiamo parlando del prodotto di un lavoro che va assolutamente rispettato, e in più, che questo film ha vinto dei premi.
“Seguimi” ha vinto numerosi premi:
tre premi al Festival Internazionale del Cinema dei Castelli Romani: Miglior Regia, Miglior Attrice – Angelique Cavallari e Miglior Fotografia – Gianni Mammolotti. Inoltre, ha vinto i premi come Miglior Film, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice – Angelique Cavallari, Miglior Musica e Miglior Fotografia all’Umbrialand – Indie Film Fest di Terni. Presentato in concorso al Taormina Film Fest, ha vinto anche il premio come Miglior Sceneggiatura al Terra di Siena Film Fest.
Entrando più nei dettagli del mio commento, ho trovato nel film il riferimento a un eccesso di simboli.
C’è l’opera d’arte che evoca ossessioni, la cultura giapponese che emerge prepotentemente, la farfalla nera, la modella Haru percepita come un angelo nero o una Maga Circe (vestita in alcune scene con uno splendido abito couture nero di pizzo). Entrano in gioco gli ideogrammi, i kimono, il colore rosso, una pallina rossa (strumento di desiderio), e soprattutto uno specchio come il riflesso di se stessa sulla protagonista.
Il sè, come oggetto di un percorso cine psicoanalitico, parte da questo riflesso: dalla piscina e da uno specchio regalato a Marta. E poi con la citazione dei neuroni specchio, questo elemento sarà la spiegazione finale dell’incredibile incontro tra la protagonista e la modella Haru. Un incontro ossessivo e pieno di eros: affannato, disperato, pieno di passione e di riflessioni.
Gli elementi simbolici sono tanti, forse troppi, si fa fatica a legarli bene tra di loro. Lo specchio e il tempo, con quegli orologi fermi sulle tre, fanno pensare ai temi delle opere letterarie di Lewis Carroll: alle metafore nascoste nelle fiabe.
Molto eros, ma angosciante, e borderline, con qualcosa che sa più di morte che di amore.
E l’arte: quale arte?
Vediamo una mostra con opere di non evidente pregio, dove alla fine conta il discorso dell’autodistruzione del corpo, come Orler che si ferisce e si taglia il corpo, per sciogliere alla Bacon le sembianze umane. La modella Haru, come unica icona ispiratrice, legherà l’artista e la protagonista.

L’attore che recita l’artista “maledetto” poteva forse essere più convincente; non mi è sembrato fosse a suo agio nella parte; mentre la bellissima Haru potrebbe parlare solo con il corpo, statuario ed eroticamente orientale.
L’esortazione imperativa del “Seguimi” non mi ha convinto e nemmeno l’attrice protagonista che però è stata la migliore. Marta segue Haru dall’inizio alla fine.
C’era qualcosa in questo film di poco convinto nonostante i temi forti e la quantità di simboli evocati: persino il valore della calligrafia giapponese o il manuale illustrato del Kamasutra orientale, sembravano scontati.
Evocare i simboli, costruire delle scene di carattere onirico come quella della piscina con i vapori, dove si immerge la protagonista ed emergono gli spettri dei suoi genitori e dell’amica nuotatrice Vera, è troppo. E’ un eccesso di simbologia che andava sviluppata più analiticamente.
La simbologia infatti va snodata con calma e rigore logico; è molto difficile spiegarla e raccontarla per immagini. E non è solo questione di preparazione culturale del pubblico, l’arte deve saper parlare a più persone possibile, anzi deve trovare più chiavi di lettura; più strati, per arrivare a tutti.
Il finale, logicamente complicato, lascia intatta l’angoscia dell’inizio e ci si chiede: perchè, anche un dramma come questo , non ha avuto una logica più chiara?
Resta la bellezza di Matera che è una terra preziosa che mi chiama irresistibilmente

“SEGUIMI”
DI CLAUDIO SESTIERI, CON ANGELIQUE CAVALLARI, MAYA MUROFUSHI, PIER GIORGIO BELLOCCHIO E ANTONIA LISKOVA.
Perchè: qualche volta ho le mie perplessità.
Perchè: è giusto confrontarsi anche con opinioni a favore, come questa: “Non sembra un film italiano. Affascinante e misterioso, psicoanalitico ed erotico, con echi hitchcockiani (Vertigo)”.(Adriano Aprà)
Il circuito di proiezione di questo film segue un percorso particolare, secondo giorni e cinema specifici. Perciò vi segnalo la prossima proiezione:
MARTEDI’ 11 e MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE 2018
h. 21:30
Cinema IL CASTELLO – Firenze
(Via Reginaldo Giuliani, 374)
PROIEZIONI DI ‘SEGUIMI’, di Claudio Sestieri, alla presenza dell’artista Gianni Dorigo