
“Comunismo, addio?”: possiamo pensarlo?
Questa domanda sul Comunismo è il titolo della pièce al Teatro di Documenti che ha concluso una seconda stagione di successo. Lo spettacolo infatti era andato in scena per la prima volta l’anno scorso, per i 100 anni della rivoluzione d’ottobre, ma il testo era stato già pubblicato in Donne e Teatro 2007, Edizioni Borgia, Roma 2007 e nella Collana Teatro Italiano Contemporaneo a cura della SIAD, Bulzoni, Roma, 2008.
“Comunismo, ADDIO?” lo ha scritto (e lo ha diretto) Stefania Porrino per indagare e riflettere se del comunismo si debba rifiutare l’intera esperienza, o se ci siano ancora dei valori da riconoscergli.
Le ho chiesto di dirmi brevemente il perchè di questa opera e lei mi ha detto che il valore del suo impegno giovanile è stato soprattutto quello di passare dal concetto di “io” a quello del “noi”.
Quali aspetti del comunismo sono ancora validi; possiamo dire con certezza, Comunismo, addio?
E’ una domanda che dà il titolo e che conclude questo spettacolo che si svolge durante una ipotetica crociera lungo il fiume Dniepr in Ucraina: fiume famoso che diventa la lente attraverso cui guardare la storia.
Dall’incontro scontro tra i personaggi emerge una riflessione storica, sociale e politica, che viene integrata dai frame di video documentari e dai live musicali del repertorio musicale anni Settanta.
Possiamo evidenziare tre livelli di lettura nello spettacolo.
Distribuisco i personaggi attraverso questi tre livelli: al basso colloco i tre croceristi italiani; persi nei luoghi comuni di ordinari viaggiatori. C’è chi si vorrebbe dar da fare con la cameriera ucraina; c’è una moglie presa da piccolezze e orgogliosa delle sue ipocrisie borghesi, e c’è chi oscilla tra l’entusiasmo del viaggio e la nostalgia di casa. Tutti e tre rappresentano una borghesia imbarazzante nelle sue ottusità e nell’ordinario cattivo gusto.

Ma poi ci sono le due protagoniste, che sono i due anelli di congiunzione del presente con il passato e il futuro.

La prima è una guida turistica di origine tartara che attraverso le sue riflessioni personali esprime tutto il carico di dolore dell’esperienza di un popolo oppresso lungo la storia: oggetto di prepotenze, angherie, saccheggi e deportazioni. Nunzia Greco fa sentire con la sua voce forte e la sua presenza scenica importante, tutto il dolore di un popolo che ancora paga il prezzo di ingiustizie pesanti.
Ma l’altra donna protagonista che collega il mondo ignaro dei vacanzieri e quello del peso della storia è Stefania (Evelina Nazzari) che, pur facendo parte della comitiva italiana di croceristi, se ne tiene in disparte. Lei unisce tutti i personaggi e se ne discosta, formulando riflessioni e pensieri sulla sua esperienza di giovane impegnata negli anni Settanta da studentessa del liceo romano “Giulio Cesare”.
La riflessione della sua esperienza giovanile è un crescendo di memorie e di pensieri fino alla riscoperta degli entusiasmi autentici; di passioni vere che i ragazzi hanno vissuto con piena buona fede. La nostalgia di aver vissuto ideali e passioni finisce per infiammare i ricordi e la sua coscienza.
Il rifiuto e il disprezzo di Stefania alla fine esplode di fronte alla mentalità ottusa e becera dei suoi connazionali in vacanza, e si sposta su momenti di intesa ( psicologica e ideologica) con la guida tartara che è l’altra protagonista.
E così sullo sfondo della scena restano i qualunquisti ottusi a fare da rumore disturbante, mentre emergono le due voci soliste: una col suo dolore storico e l’altra con la sua nostalgia giovanile, ideologico-politica.
Quanto c’è di autentico e di irrinunciabile nell’esperienza della contestazione e dell’impegno giovanile degli anni Settanta?

Attraverso i dialoghi sempre più concitati tra i personaggi, emergono pensieri e valutazioni politiche che mettono in luce valori immutabili di coesione e di onestà. Una volta sfrondati quegli elementi che la storia ha sorpassato o corretto, emerge il valore dell’entusiasmo e del credere con piena onestà intellettuale a quello che si ritiene davvero giusto.
E allora, “Comunismo, addio?” conclude Stefania rivolgendosi al pubblico.
Questa piéce ha vinto il Premio Donne e Teatro 2007 con una giuria presieduta da Franca Angelini che riconosciuto il tema inedito nella drammaturgia italiana, trattato con leggerezza, dialoghi agili e un copione di ampio respiro.
COMUNISMO, ADDIO?
scritto e diretto da Stefania Porrino.
Video di Valerio Ziccanu Chessa.
Luci di Paolo Orlandelli.
Con Nunzia Greco, Evelina Nazzari, Alessandro Pala Griesche, Carla Kaamini Carretti e con la partecipazione di Giulio Farnese.
Alla chitarra Giuseppe Pestillo.
In collaborazione con Centro Studi “Vera Pertossi”.
Premio Donne e Teatro 2007.
Perchè: il teatro è spettacolo e riflessione a diretto contatto con gli attori.
Perchè: il Teatro di Documenti ha un fascino unico.