CARMELO BENE: IL CONGEDO IMPOSSIBILE

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Carmelo Bene impossibile congedo al Teatro Argentina
CARMELO BENE † ROBERTO GRAZIOLI / LUZphoto

E’ un congedo impossibile quello da Carmelo Bene (2002 | 2022), a vent’anni dalla sua morte.

E il Teatro Argentina di Roma lo celebra con il titolo omonimo Il congedo impossibile, in scena il 21 marzo 2022, ore 19,00, ingresso libero – prenotazione obbligatoria su teatrodiroma.net

a cura di
Luisa Viglietti, Stefania De Santis e l’Associazione L’orecchio mancante
e la collaborazione di Tiziano Fario, Andrea Macchia, Davide Ronchieri, Mela Dell’Erba, Emanuele Carlucci e Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Promosso da Roma Culture e Teatro di Roma – Teatro Nazionale,

con
Iaia Forte
Federica Fracassi
Marco Foschi
Graziano Graziani
Paolo Mazzarelli
Lino Musella
Silvia Pasello
Tommaso Ragno
Enrico Terrinoni
Filippo Timi
Brani musicali di Gaetano Giani Luporini

Il Teatro di Roma ricorda Carmelo Bene con una serata di letture ad opera di Iaia Forte, Federica Fracassi, Marco Foschi, Graziano Graziani, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Silvia Pasello, Tommaso Ragno, Enrico Terrinoni, Filippo Timi, artisti e studiosi.

Queste letture sono solo una parte della grande opera di Carmelo Bene; sono un controcanto, le fonti disvelate, sono quei dispositivi linguistici, poetici, filosofici e letterari, entrati in collisione con le sue visioni musicali e drammaturgiche.

Pensiamo a una macchina poetica, all’interno della quale confluiscono una miriade di frammenti di discorsi, dalla quale riemergono le basi testuali da cui sono originate.

In definitiva, sono una carrellata di ‘vuoti di scena’ risolti, e per dirla con Carmelo Bene, risolti in un addio:

“addio al teatro, addio alla menzogna, addio a se stesso, addio a tutti, addio agli attori-interpreti e addio alla identità. Ma addio per sempre.”

Questa risalita alle fonti è in realtà una vertiginosa ascesa verso le vette dell’arte fuori del tempo.

Per cominciare dalla lettura de La Spiaggia, titolo convenzionale dato al terzo episodio della prima parte dell’Ulisse di James Joyce, “l’incontro letterario e anche non letterario” più importante della sua vita (di cui quest’anno ricorrono i cento anni dalla pubblicazione), letto da Tommaso Ragno e introdotto dallo studioso, accademico e traduttore, Enrico Terrinoni.

Seguono poi le letture dei deliri autobiografici di Daniel Paul Schreber, Memorie di un malato di nervi, ad opera di Filippo Timi, de L’uomo che ride di Victor Hugo, da parte di Marco Foschi, che oltre a contenere una descrizione straordinariamente precisa del prodigio vocale di Bene è stata una delle fonti della sua prima opera poetica ‘L Mal de’ Fiori.

Dei brani tratti dall’opera filosofica Mille Piani di Gilles Deleuze e Felix Guattari letti da Federica Fracassi, Silvia Pasello leggerà alcune poesie di Jules Laforgue e Iaia Forte una preghiera dalla voce di Edipo da Il Mondo Salvato dai Ragazzini, La Serata a Colono di Elsa Morante.

Infine, il lucido esame del ruolo del recensore, contenuto ne Il critico come artista di Oscar Wilde, testo cardine che ha informato fin dagli albori la prassi teatrale di Bene, letto da Lino Musella e Paolo Mazzarelli.

Faranno da contrappunto alle letture una serie di brani musicali tratti da alcune partiture composte per gli spettacoli di Bene, da Gaetano Giani Luporini, un omaggio al compositore da poco scomparso.

A conclusione della serata sarà proiettato il documentario della regista documentarista Monica Maurer, realizzato nel 1971 per la televisione tedesca, dal titolo Carmelo Bene.

E’ un ritratto filmato girato di nascosto per volontà dello stesso attore che è una testimonianza straordinaria della quotidianità domestica e lavorativa di Carmelo Bene.

E poi in prima assoluta, Becoming Salomè, frammento inedito girato dalla Maurer in Super 8 di alcune immagini del back stage del film Salomè (1972).

Il senso di questo appuntamento è proprio l’impossibilità di congedarsi da Carmelo Bene, a distanza di vent’anni dalla morte del grande attore, il 16 marzo 2002.

In quel giorno infatti il Teatro Argentina per ventiquattro ore, aprì la scena alla proiezione in loop dell’opera postuma Otello, per permettere a tutti di abbracciare con lo sguardo il corpo residuale dell’opera.

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