
L’ironia è la chiave con cui Elliott Erwitt fotografa gli amatissimi cani, in mostra alla Casa dei Carraresi (Treviso), con il titolo “ELLIOTT ERWITT: i cani sono come gli umani, solo con più capelli”.
I cani diventano protagonisti degli scatti: Erwitt mette l’obiettivo ad altezza di cane, mentre, per i padroni resta solo uno spazio residuale: un piede, o magari un polpaccio.
Ma perchè i cani interessano così tanto a Elliott Erwitt?
Lui sostiene di non esserne particolarmente affascinato, se non per la loro naturalezza e irriverenza che fa da contrappunto alla compostezza spesso innaturale dei loro padroni.

In realtà, Erwitt punta all’uomo, ma ci arriva attraverso l’animale.
E per i suoi meravigliosi scatti in bianco e nero, così ironici da sembrare cinici, usa trucchi e tranelli con i suoi cani per farli sobbalzare, ringhiare o abbaiare: a volte suonando una trombetta micidiale, oppure simulando un forte latrato.
Elliott Erwitt è un po’ una simpatica canaglia, e come lo sono tutti i fotografi quando vogliono raggiungere l’attimo irripetibile; quello che contiene il tutto. Qui l’obiettivo di Erwitt è mirato a centrare i riflessi inconsapevoli.
La mostra è composta di ottanta fotografie, video, documenti e altro materiale. Molte foto sono già patrimonio visivo del Novecento.
Lui è uno dei più importanti fotografi contemporanei che ama i cani, anche perchè (lui dice), non pretendono una copia della stampa della foto.