
Prima, donna. Margaret Bourke-White, a cura di Alessandra Mauro sarà a esposta a Palazzo Reale di Milano dal 25 settembre 2020 al 14 febbraio 2021. Ed è grande fotografia!
Arrivare per primi, io l’ho fatto sempre.
Sono sempre arrivata per prima.
La prima, donna.
Dal monologo di Concita De Gregorio
Margaret Bourke-White è stata una vera prima donna del fotogiornalismo internazionale e ha creato il mito di se stessa: è diventata un personaggio forte e invidiabile, attraverso immagini, parola e vita.

Ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dall’industria, alle grandi testate, ai celebri ritratti fino ad arrivare all’apartheid e ai conflitti razziali.

Ma a un certo punto Margaret Bourke-White si è messa dall’altra parte, davanti all’obiettivo, diventando soggetto fotografico come protagonista della sua battaglia al morbo di Parkinson che l’aveva colpita; sempre elegante, sempre battagliera, sempre prima, donna.
“Se ti trovi a trecento metri di altezza, fingi che siano solo tre, rilassati e lavora con calma”
questo era il suo motto.
Ora conoscerla meglio, il libro di Contrasto editore racconta in 11 capitoli vita e opere di Margaret Bourke-White: le fasi della vita, la potenza delle immagini e la sua voce forte, che racconta di sè e del suo lavoro. Sono i tre fulcri della ricostruzione di questa importante fotografa, prima donna.
Gli 11 capitoli tematici sono:
– L’incanto delle acciaierie mostra i primi lavori industriali di Margaret, da quando nel 1928 apre un suo studio fotografico a Cleveland;
– La sezione Conca di polvere documenta invece il lavoro sociale realizzato dalla fotografa negli anni della Grande Depressione nel Sud degli USA;
– LIFE si concentra invece sulla lunga collaborazione di Bourke-White con la leggendaria rivista americana. Per LIFE Bourke-White realizzerà la copertina e i reportage del primo numero e tanti altri ancora lungo tutta la sua vita;
– Sguardi sulla Russia inquadra il periodo in cui Margaret Bourke-White documentò le fasi del piano quinquennale in Unione Sovetica fino ad arrivare a realizzare anni dopo – quando già era scoppiata la Seconda guerra mondiale – il ritratto di Stalin in esclusiva per LIFE;
– La sezione Sul fronte dimenticato documenta gli anni della guerra, quando per lei fu disegnata la prima divisa militare per una donna corrispondente di guerra. Sono gli anni in cui Bourke-White, al seguito dell’esercito USA sarà in Nord Africa, Italia e Germania;
– La sezione Nei Campi testimonia l’orrore al momento della liberazione del Campo di concentramento di Buchenwald( 1945) quando, come ha dichiarato la fotografa, “per lavorare dovevo coprire la mia anima con un velo”;
-L’India raccoglie il lungo reportage compiuto dalla fotografa al momento dell’indipendenza dell’India e della sua separazione con il Pakistan. Tra le altre immagini, in mostra anche il celebre ritratto del Mahatma intento a filare all’arcolaio;
– Sud Africa è la documentazione del grande paese africano durante l’Apartheid;
– Voci del Sud bianco è il lavoro a colori del 1956 dedicato al tema del segregazionismo del Sud degli USA in un paese in trasformazione;
– In alto e a casa raccoglie alcune tra le più significative immagini aeree realizzate dalla fotografa nel corso della sua vita;

1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved
– Il percorso termina con La mia misteriosa malattia, una serie di immagini che documentano la sua ultima, strenua lotta, quello contro il morbo di Parkinson di cui manifesta i primi sintomi nel 1952 e contro cui combatterà con determinazione. In questo caso, è lei il soggetto del reportage, realizzato dal collega Alfred Eisenstaedt che ne testimonia la forza, la determinazione ma anche la fragilità.
Alessandra Mauro è la curatrice del volume che chiude il libro un monologo di Concita De Gregorio. E’ la voce di Margaret Bourke-White che racconta la sua ricerca della “misura del fuoco”, con capacità visionaria e narrativa, in grado di narrare le sue “storie” fotografiche.
I fotografi devono afferrare infatti quel momento perfetto e denso di significato, essenziale da catturare, spesso il più effimero che non si può approfondire. Spesso la fotografia è così, profondamente effimera, puramente casuale, e non c’è verso di chiederle di più, perchè è perfetta così.
Scrivere un libro è il mio modo di digerire le esperienze che vivo.
Margaret Bourke-White
