
Il Premio Strega 2020 è il “Il colibrì” di Sandro Veronesi ed io, in attesa di leggerlo, ho preso qualche appunto.
In genere non amo partecipare ai grandi battage di eventi, neppure nella cultura, tranne eccezioni. Forse dovrei; ma è più forte di me: tanto il vortice è grande, tanto io me ne tengo lontana.
Un motivo serio ce l’ho: ogni evento deve sedimentare per essere compreso.
A proposito di vortici, quest’anno ha vinto il Premio Strega Sandro Veronesi che aveva già vinto con “Caos calmo“: libro di grande successo. Quest’anno, l’incredibile 2020, Veronesi ha vinto ancora, con “Il colibrì” (ed. La nave di Teseo).
L’editore ha scritto che questo libro ha un’architettura romanzesca perfetta e, in fondo, Sandro Veronesi è un architetto, dunque è probabile che i suoi successi letterari abbiano ragioni di ottima costruzione.
Tanto è vero che ha introdotto anche riferimenti alla fantascienza di Asimov che riguardano la sua biografia, ma, per coerenza architettonica, li ha riferiti a un personaggio che non è il colibrì.
Proprio perchè non ho ancora letto questo libro, e lo farò quando sarà il momento giusto (secondo il mio personale percorso di letture), ho preso degli appunti. Un collage di materiale da recensione, privilegiando però la testimonianza diretta dell’autore. Infatti, per avere un quadro generale di cosa ci aspetta quando lo leggeremo è importante sapere perchè scegliamo un libro.
STAR FERMI FORTE, ANZICHE’ AVANZARE PIANO
Il colibrì è un personaggio diverso dall’autore come lui stesso rivela. Ed e’ proprio questo che lo affascina; è questa differenza che gli evoca la fantasia di scrittore. Uno mantiene il controllo, l’altro vuole produrre il cambiamento. E’ completamente lontano dall’autore e per questo è il personaggio più libero di tutti quelli che ha creato Veronesi, come lui afferma.
Il colibrì è Marco Carrera: un personaggio debole? Non proprio, perchè come tutte le persone fragili è invece fortissimo nel suo sforzo di vivere.
Da bambino è un colibrì perchè è piccolissimo, da grande è un colibrì perchè fa una fatica immensa a vivere per restare fermo dove sta, muovendo forsennatamente le ali. Perchè il colibrì fa un gioco di conservazione, come sottolinea l’autore; proprio questo deve averlo affascinato.
E’ piccolissimo materialmente, ma è un gigante di resistenza. Un reazionario? No, è un personaggio che fa tanta fatica nel vivere. Ma la resilienza è una virtù così potente da produrre i suoi frutti a lungo termine, e allora tutta questa fatica titanica avrà un senso.
PERCHE’ SOPRAVVIVERE NON SIGNIFICHI VIVERE DI MENO