La #prefazione de “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” è un’introduzione importante, perché qui Oliver Sacks ci spiega le ragioni di cosa ha fatto (cioè scritto) e del perché lo ha fatto.
La risposta che dà, dipende da ciò che lui sente di essere e di rappresentare, ma soprattutto da quello che lo attrae.
C’è infatti una condizione umana che affascina Oliver Sacks. Tutte le domande che si pone fanno riferimento ad essa.
I casi clinici vengono trattati con un metodo innovativo; Sacks vuole andare oltre Ippocrate (il fondatore della scienza medica) e i meccanismi conosciuti della medicina.
In questo saggio romanzo dal titolo stravagante, proprio come i casi clinici che racconta, Oliver Sacks si accosta a una nuova disciplina ( consideriamo che il libro è stato pubblicato per la prima volta negli anni Ottanta), studiando i casi clinici attraverso una sintesi.
Ma qual è questa sintesi? Dove si trova questo punto di intersezione?
Sacks riprenderà una tradizione che si lega alle fiabe classiche e in questo senso è la citazione il dott. William Osler che accostava le narrazioni dei malati ai racconti della Mille e una notte.
Ciao, sono Emanuela, donna, moglie, madre e blogger con studi classici e formazione giuridica, eclettica per natura e per destino, “nerd” quanto basta.