
Siamo al Book in progress 2 e abbiamo letto la #Parte Prima, intitolata emblematicamente #Perdite.
Quando perdiamo qualcosa di noi siamo in deficit, e ogni parola che lo descrive ha la sua a davanti (alfa privativa).
E’ strano che il cervello si studi e si conosca attraverso la manifestazione dei suoi deficit: in pratica, capiamo come funziona, proprio quando smette di funzionare bene e manifesta i suoi deficit.
Ma il cervello può essere disgiunto dalla mente? Il traguardo ha spalancato le porte alla rivalutazione dell’emisfero destro del cervello: quale ruolo ha nella coscienza diretta questo emisfero?
Da Freud a Lurija si arriva alla necessità di una neurologia “romantica”, personalistica, che tenga conto della persona in sè.
Le storie dei pazienti, che sono storie dettagliate, spalancano mondi inimmaginabili che allargano i confini scientifici. Certe turbe neurologiche, colpiscono l’anima, il sè, e mettono così in moto una meravigliosa reazione compensativa e conservativa.
Quello che si perde si compensa in altro modo, e in più quel che resta lo si conserva gelosamente.
E’ una strenua e commovente lotta per conservare l’identità.
Il caso più importante che tratta Oliver Sacks è proprio quello che dà il titolo al saggio che stiamo leggendo con il book in progress2: “l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.