BOOK IN PROGRESS 2: l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello capitolo #1

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l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello

Proseguo con il book in progress 2 e sono al capitolo #1 del saggio di Oliver Sacks , L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello: il titolo di questo capitolo è lo stesso del titolo del libro, una sorta di go book!

Vediamo allora chi era questo elegante signore che…scambiava sua moglie per un cappello!

Era un musicista di cultura e fascino, che ci vedeva benissimo sì, ma cosa vedeva? Dopo le prime falle e gli incidenti che si intensificavano, le identificazioni erano diventate impossibili. Senza i suoi speciali contrassegni era un uomo perso: per metà integro e per metà devastato.

La malattia lo rendeva un uomo smarrito in un mondo di astrazioni, una specie di macchina; un calcolatore indifferente che si dibatteva tra l’interpretazione di caratteristiche chiave e di relazioni schematiche.

Ma come faceva a svolgere le cose di tutti i giorni? Quale meccanismo compensativo gli faceva sfoderare il suo senso supremo di sopravvivenza?

Era un percorso tragico e fenomenale, quello a cui assisteva il Prof. Sacks, di fronte a un uomo intelligentissimo, dotato di un orecchio musicale elevato, elegante e compito, e persino con un talento d’artista.

E sarà proprio nel suo talento più forte che troverà lo strumento di sopravvivenza. Qualcosa prenderà il posto dell’immagine, e, nel perdere la rappresentazione del mondo conservandola in qualcos’altro, Sacks vedrà un riferimento al pensiero di Arthur Schopenhauer nell’opera famosa “Il mondo come volontà e rappresentazione“.

Il dramma di non riconoscere più la realtà e arrivare addirittura a scambiare la moglie per un cappello, è il dramma dell’astrazione totale, di un deficit completo del proprio giudizio personale sulle cose e sul mondo.

Quindi, se noi siamo anche e soprattutto giudizio, allora aveva ragione Immanuel Kant quando parlava di giudizio (filosofico) nella sua “critica“. Se dunque i processi mentali devono avere un aspetto personale, anche nella sfera sentimentale, questo caso clinico esaminato dal Prof. Sacks finisce per insegnare alla scienza cosa rischia se diventa solo una disciplina astratta.

Ma oltre questa disperata astrazione assoluta, il capitolo chiude con un paradosso divertente (si fa per dire, perchè Oliver Sacks vuole mantenere una certa leggerezza), sul metodo personale, elaborato dal paziente musicista, per riuscire a identificare sua moglie!

Proseguite con me questa emozionante lettura?

 

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Ciao, sono Emanuela, donna, moglie, madre e blogger con studi classici e formazione giuridica, eclettica per natura e per destino, “nerd” quanto basta.

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