
Il book in progress 2 prosegue con il secondo capitolo che si intitola: “Il marinaio perduto“.
Gli aspetti della memoria sono tanti: clinici, pratici, esistenziali e filosofici.
Che vita vive chi perde la memoria?
Si chiama Jimmie il protagonista del caso clinico del secondo capitolo di “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello“. E’ un uomo di mezza età, bello e simpatico che parla, disegna e racconta; ed è anche molto predisposto per la scienza.
Jimmie rievoca e rivive sempre il passato, ma…è un presente storico!
In che anno siamo, quanti anni ha lui? Risposte impossibili per un caso complicato fin dall’inizio, tanto che il dott. Sacks confessa di aver avuto un impulso di cui non si è mai perdonato.
Questo tipo di patologie sono materia fragile da trattare: per il paziente c’è terrore, smarrimento e dopo ogni esperienza, l’assenza di ogni traccia di riconoscimento.
“Sono ammalato?” “è uno scherzo?” si chiede Jimmie. Che fine faceva la sua memoria recente? Lui era sempre leggermente divertito, indifferente e disorientato.
Un anno, un famigerato anno, segna il blocco, poi tutto è un limbo straziante; tutto è bloccato in un attimo sempre diverso. Il problema è proprio questo: come colmare gli anni da quel punto lì.
Il marinaio perduto Jimmie aveva un lavoro che gli offriva una struttura di vita, ma dopo il congedo che ne è stato di lui?
Era difficilissimo aiutarlo per il dott. Sacks, perchè il paziente non aveva nella sua memoria”un giorno prima”; per lui tutto era un eterno presente. Stava a metà strada tra capire e non capire di aver perso se stesso.
“Ma si sente vivo?” gli domanda il dott. Sacks.
Veniva, infatti, da chiedersi in quale circostanza si trovasse la sua anima, perchè era sconcertante per medici e infermieri osservare quanto potesse fare per lui l’attenzione e l’azione di natura morale e spirituale.
E’ bellissima la conclusione del dott. Sacks. Questo caso clinico, chiamato amabilmente il marinaio perduto, è una lezione filosofica oltre che clinica, che dimostra come una mente neurologicamente devastata trovi la capacità di reintegro per vie diverse, e proprio le più belle, che scoprirete solo leggendo questo libro.
E soprattutto la postfazione dell’autore a questo capitolo, dimostra, secondo me, tutto l’affanno e l’ostinazione del clinico Oliver Sacks che, solo in parte, è riuscito a decifrare il meccanismo occulto di questo eterno presente in cui viveva Jimmie.
Jimmie restava, infatti, un uomo prigioniero dentro una strana scatola del tempo.
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