
“L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” del Prof. Oliver Sacks.
La rubrica del “Book in progress” riprende dopo la pausa estiva con il capitolo 12 del saggio che stavamo leggendo.
Questo capitolo potremmo intitolarlo “un comico nato“.
In realtà si intitola “Una questione di identità” e infatti, il paziente protagonista Mr. Thompson, si ritrova dentro un vortice di identità: da salumiere a macellaio, fino a meccanico, in pochi secondi.
Quando la memoria gioca brutti scherzi sull’identità succede qualcosa di tragicomico.
Nel giro di cinque minuti Mr. Thompson fa una confusione caleidoscopica, e galoppa senza incertezze tra le sue pseudoidentificazioni.
Tra chiacchiere e fantasia, con la massima disinvoltura, fa sfilare una processione di identità: tutto senza problemi.
Ma il Signor Thompson è soprattutto molto simpatico: si potrebbe definire “un comico nato“!
Quello che combina la sua mente lo fa con disinvoltura tra deliri e amnesie.

Lui crea il suo mondo.
La malattia, anzi, rivela in lui capacità inventive veramente fantastiche. In fondo, la nostra identità non è quello che raccontiamo di noi stessi?
Ma come lo vedono gli altri dall’esterno? Chi riconosce? C’è in lui ancora un filo di memoria?
E’ un momento di indifferenza che rivelerà qualcosa.
Il Prof. Sacks si convince che Mr. Thompson soffra di una perdita estrema e si fa delle domande: è un caso strabiliante. Lui stesso non riesce a decifrare i limiti della coscienza di questo paziente.
Il disturbo mentale è affascinante e mostruoso, nello stesso tempo, anche per gli specialisti.
Ho sempre pensato che chi si occupi di disturbi mentali non riesca ad essere del tutto impermeabile ai casi di studio e che, anzi, questi riescano anche a destabilizzarli.
In questo caso il paziente Mr. Thompson vive due aspetti del disagio:un lato comico e un altro lato che è quasi all’opposto.
Che cosa nasconde infatti, questa “superficie brillante“?
Infatti, il suo talento compensativo (i miracoli della natura sulla capacità di adattamento) diventa la sua condanna.
Lui soffre veramente o è solamente un perduto? Rimane una persona? Sono le domande che il Prof. Sacks si pone rivelando così una sensibilità e umanità straordinarie.
In ogni caso c’è un luogo dove il signor Thompson ritrova la sua pace; dove si allenta la sua frenesia e riesce a tornare nel mondo reale!

Perchè: è un saggio di grande sensibilità umana e scientifica
Perché: il disagio mentale va anche visto con coraggio e onestà