
Quali sono le Terre sospese nella raccolta di poesie di Elizabeth Grech? Scritte in maltese e tradotte in italiano, già offrono una collocazione geografica sul Meditarreneo.
E sarà proprio questo bacino a fare da mappa fisica ed emotiva a Terre sospese. Soprattutto sarà un colore (già anticipato dalla copertina) a suggerire il segno sotto il quale leggerle
Elizabeth Grech parte da un dialogo intimo tra se stessa e la sua poesia.
VORREI GUARDARE I MIEI PENSIERI rivela il bisogno dell’autrice di pescare le sue parole che le nuotano in testa, prima che diventino stinta carta dimenticata: le parole sono come panni.
In un Novembre dolce, lieve, etereo, vorrebbe guardare i propri pensieri: foglie danzanti, nuvole come cotone sospeso. E poi il tema dei muri, spesso elementi di arte contemporanea, sono proprio quelli scrostati e macchiati dal vento.
Ma è il mare in cui Elizabeth si immerge, che compie un vero e proprio rito di purificazione. Il mare sarà elemento geografico, cromatico, di appartenenza e di purezza.
Eppure nella poesia I miei colori, i colori non sono indicati se non la luce del sole, ma c’è una bellissima sequenza di espressioni ritmate di grinze, pieghe, rumori, odori, angosce e lacrime; poi fiori e colori. Ha scoperto di che colore fosse.
Elizabeth si identifica, alla fine, nella Sleeping lady la statuetta dormiente del patrimonio neolitico maltese. Il legame con la terra di Malta si avverte fortissimo in tutti i capitoli della raccolta: è qualcosa di viscerale, anche attraverso gli affetti familiari.
Il capitolo sulla maternità Ti amo all’infinito è il punto massimo dell’introspezione poetica in cui Elizabeth Grech ci racconta intensamente la sua maternità, il suo essere donna.
Ne Il quarto d’ora, con i fianchi ammaccati, le gambe addormentate e l’anestesia tremolante, passa dai momenti cruenti, alla dolcezza della nascita di un figlio. Usa espressioni forti e bellissime, è la sua poesia migliore.
Non è facile raccontare certe esperienze intime della maternità e ancora di più è difficile tradurle in poesia sintetizzando parole crude ma belle, scelte e sentite.
Ancora bellissima è la poesia Infinito che racconta l’amore incommensurabile di una madre in appena cinque versi. E se poi Parigi è l’altra città che appartiene ad entrambi, è a Malta che ogni mattina lei guarda suo figlio.
E allora le Terre sospese tra un mare e l’altro sono quelle racchiuse dentro suo figlio: ed ecco il suo tripudio di madre nel sentire la lingua maltese -la musica straniera- parlata da lui.
Ma in Sono donna sottolinea come prima di essere madre è donna e un figlio appartiene solo a se stesso fino ad arrivare al Blu. Il colore che è amato e che dipinge il cielo e il mare: bello il blu definito impertinente.
Si apre poi un capitolo bellissimo e un po’ misterioso in cui Elizabeth Grech fa sentire la sospensione delle terre in un amore intenso, passionale e sofferto. Non entro nel merito dei sentimenti, ma le oscillazioni tra passione, nostalgia e delusione sono bellissime.
Dal bicchiere di Porto a Saint Germain alla fuga verso altri mondi (Il tuo mondo) i mondi solo suoi: terre di medio oriente sembrerebbe, terre sospese anche loro.
Arriva un insieme di sentimenti: rabbia, consolazione, esplosioni mute, lei che si arrovella per capire, conta le stelle versate nelle sue labbra (titolo del capitolo).
Si sente il fortissimo legame con questo uomo, con il quale scala le cime e inciampa sulle pietre fino a perdersi.
Poi c’è il blu dei baci, e il blu dei suoi nei, il colore famigerato nella immensa tenerezza carnale di ridisegnarne la mappa.
C’è anche la rabbia di chi utilizza la passione come scusa: sono momenti di litigio, porte sbattute e un buco nero che si apre in petto.
Ma si ritorna alla pace e all’eros, eppure è sempre un uomo che deve partire, che avrà conferenze e che ha occhi neri; ma timidamente arriva un indizio per capirne la proveninenza quando scrive …alla luna siriana.
Chi sia quest’uomo, il cui solo nome ribalta, sparge, scioglie e annulla, colora la raccolta Terre sospese di un po’ di giallo. Quest’uomo è immerso nel telefono con la mente spezzata, ma regala baci tenaci prima della fuga.Forse è un uomo crudele, incapace di amare ma che soffre pezzo a pezzo.
E’ a quest’uomo che Elizabethe Grech chiede di portala con sè per ricucire gli strappi del Mediterraneo sognando allori tra la sua isola e la propria. E’ un continuo alternarsi di odio e amore, di arrivi e di fughe, ritmati in poesia.

Gli ultimi due capitoli Mi adagio nella tua voce e Quando ti sono cresciute le ali colgono la dimensione più intima e familiare di Elizabeth Grech. E’ il mondo degli affetti fraterni e familiari; ci sono i fratelli, gli amici e i genitori.
E’ un mondo tutto suo fatto di ricordi in cui Elizabeth racconta la nostalgia di piccoli gesti, di attimi, di ricordi e dolori. Forse sono i capitoli più difficili perchè talmente autobiografici da risultare criptici. Sono difficili da decodificare fino in fondo perchè troppo intimi. Ma in poesia è giusto che sia così.
Invece sono dirompenti le meravigliose descrizioni affettive in Orly e Tutto, papà. Il dolore della perdita del padre nel grido sordo e nelle lacrime scese nella gola della mamma, un dolore condiviso, nè attutito nè aumentato, semplicemente vissuto insieme.
Il ricordo tenero attraverso il caffè del papà, profondamente maltese, fino all’immagine che ne restituisce uno specchio nella bellissima poesia omonima, scritta con una costruzione minimalista fatta di versi di una sola parola.
A coprire tutto, l’ultima poesia Neve: sei versi, sei parole; candida, leggera; mi ha fatto pensare a Ada Negri.
ELIZABETH GRECH
è traduttrice e autodidatta, maltese con doppia cittadinanza francese. Collabora con organizzazioni culturali e artistiche ed è consulente traduttrice presso il CIHEAM (Centro Internazionale Studi Agronomici Mediterranei Avanzati). Traduce anche in francese poeti e scrittori maltesi contemporanei con pubblicazioni su riviste letterarie.
Le sue poesie possiamo trovarle in antologie e riviste letterarie di lingua inglese, francese, italiana, rumena, albanese e greca.
Terre sospese è edito da Capire edizioni per Carta Canta editore 2019