
Al Teatro Ghione è andato nel marzo 2018, “L’idea di ucciderti” scritto e diretto da Giancarlo Marinelli.
La trama è uno scacco matto al pubblico perchè quello che sembra dato e scontato potrebbe non esserlo. Mentre la storia si snoda intorno a un femminicidio consumato, la trama dei fatti via via si sfrangia e seziona la psiche dei personaggi che si scopriranno a rischio dell’idea di uccidere.
La pièce ha i colori del noir e possiede un forte impatto emotivo: nella scenografia di sfondo è imponente un grande volto di donna che guarda fisso come se fosse stata decapitata. Gli arredi sono minimi e il gioco abile di luci crea i tempi, i modi e gli stati d’animo degli spettatori in un crescendo rivelatorio.
L’idea di uccidere è un fantasma, uno spettro che può apparire a chiunque sia sotto scacco dalla vita, allora non è più questione di femminicidio o maschicidio, allora è il rischio dell’amore che può diventare “un’arma di distruzione di massa”, come scrive l’autore Giancarlo Marinelli.
Bravi tutti gli attori, ed eccellente Fabio Sartor in una parte faticosa, tenuta con ritmo e colori senza un’ombra di cedimento. Bella e molto nella parte Caterina Murino che agli applausi era visibilmente commossa, come se il personaggio fosse ancora parte di lei. Molto bravo anche Paolo Lorimer incisivo nelle sorprendenti scene finali.
Consiglio moltissimo di vedere L’Idea di ucciderti perchè tutti, donne comprese, riflettano sullo scandalo del male: le deflagrazioni del cuore non fanno rumore.
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