
Come si vive Halloween in Italia? Ci sono due correnti di pensiero: una lo esalta e una lo nega, ma in mezzo c’è… la cultura!
C’è la cultura, perchè se non si sa bene perchè festeggiamo o perchè neghiamo Halloween, si dimostra di non conoscere nemmeno la nostra tradizione, rischiando il ridicolo.
Halloween è una festa di importazione da una tradizione anglosassone, anzi, ancor prima celtica, infatti il nome deriva da “All Hallows Eve” (inglese arcaico) e cioè la notte di Ognissanti, festeggiata il 31 ottobre.
In realtà questa data è a ridosso del nostro periodo “dei morti”, che nella tradizione italiana festeggiamo il 2 novembre. Noi commemoriamo i morti ma li festeggiamo anche, perchè le nostre tradizioni, soprattutto centro Italia, i morti li festeggiano davvero.
I morti sono sacri in ogni civiltà e nella nostra sono stati oggetto di culto, specialmente in epoca etrusca (preromana); e così, il centro Italia, terre d’Etruria, è ancora legatissimo al rispetto e al culto dei morti.
I cimiteri sono tenuti benissimo, e in certi paesi (cito Civita Castellana perchè la conosco) il 2 novembre c’è quasi una gara di tombe, e non si bada a spese per i migliori addobbi.
E i Morti hanno anche una loro tradizione gastronomica in Italia centrale, fatta di dolci, come le cosiddette fave dei morti, che sono biscotti secchi a base di mandorla.

E allora il dolcetto o scherzetto in qualche modo è anche nostro, ma solo per i dolci, perchè noi con i morti non scherziamo; anzi i Morti, nelle vecchi tradizioni italiane, (primi Novecento) portavano anche i regali ai bambini, quando in Italia non c’era Babbo Natale.

Negare Halloween dimenticando (o ignorando) le nostre tradizioni è un tranello culturale!
E, comunque, ogni civiltà la morte l’ha temuta, onorata, celebrata e, in modi differenti, esorcizzata.
Halloween la esorcizza, attraverso feste, mascheramenti e dolci a tema, in cui viene quasi sfidata, per vincere la paura. Certamente, gli eccessi e le strumentalizzazioni inquietano e indignano, ma da qui, a demonizzare Halloween, ci sta la cultura, a fare da misuratore.

Perchè anche la nostra tradizione italiana, soprattutto del centro Italia, non è lontana dalle celebrazioni e dai riti sulla morte, né ritiene che sia un argomento da cui tenere lontani i bambini.
E così Trick or Treat, Treat or Trick, Give me something good to eat! possiamo accostarlo alle nostre tradizioni dolciarie senza problemi, tenendo conto che la contaminazione della cultura americana è gran parte della nostra mentalità di oggi.
Sarebbe opportuno non negare Halloween ma filtrare, dosare e, soprattutto, conoscere sia l’una che l’altra tradizione e, vi lancio un’idea, magari recuperare anche i nostri usi e sentimenti, lasciando che le nuove generazioni ne modellino di nuove.
Stay culture!