IL CAPPUCCINO HA UNA RICETTA CERTIFICATA

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Il Cappuccino la sua certificazione
Il cappuccino ha la sua certificazione

Il Cappuccino ha una ricetta certificata.

E’ la bevanda più bevuta a colazione e un’icona del Made in Italy. Ora, con la sua certificazione da parte dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), non si ferma qui, perchè, grazie alle nuove tendenze, è una bevanda in divenire.

 

Un po’ di storia

Il cappuccino in realtà non nasce in Italia, ma nell’Impero austriaco del XVII-XVIII secolo!

Secondo la leggenda papa Innocenzo XI avrebbe inviato un presbitero, padre Marco d’Aviano a Vienna, per convincere le potenze europee a coalizzarsi contro gli Ottomani musulmani che la stavano assediando.

E in una caffetteria viennese, lui avrebbe “corretto” per la prima volta il gusto troppo forte del caffè con del latte. La nuova bevanda sarebbe stata soprannominata kapuziner, ovvero «cappuccino» in tedesco.

Infatti il Cappuccino si chiama così perchè somiglia al color marrone del saio dei frati minori cappuccini.

La ricetta certificata (da IEI) per il cappuccino tradizionale.

Il cappuccino tradizionale è di colore bianco, ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema dalle maglie strette ha un’ occhiatura molto fine o assente.

Il cappuccino certificato ha le sue caratteristiche
Il cappuccino certificato ha le sue caratteristiche

L’aroma è intenso: i sentori sono di fiori e di frutta e quelli più decisi di latte, di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia), e frutta secca. Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi.

Il corpo ha una sensazione suadente di panna e di elevata percezione sferica, supportato da un rapporto bilanciato tra un amaro e un’acidità quasi impercettibili.

Dal latte vaccino a quello di soia, quanto (e come) il cappuccino fa bene alla salute.

Il latte fresco intero vaccino è quello prediletto, ma c’è la variante del “parzialmente scremato”.  Nuove le tendenze vegetali, come la soia, o il cocco.

«Eppure il cappuccino è una magia, una bevanda polifasica in cui convivono miriadi di molecole in un sistema instabile e quindi dinamico e sul suo rapporto con la nostra salute è stato scritto di tutto e il contrario di tutto»

spiega Luigi Odello, presidente del comitato scientifico IEI.

 

Luigi Odello parla del cappuccino
Luigi Odello presidente del comitato scientifico IEI

«In realtà i principi nutrizionali sono quelli apportati dai due componenti di base: l’espresso e il latte… – continua Odello –  Il problema può nascere dalla qualità delle materie prime impiegate e dalla sua esecuzione».

Per questo il cappuccino può diventare difficile da digerire con l’uso di prodotti a basso prezzo, o una cattiva preparazione come il riscaldamento reiterato del latte o temperature troppo alte.

Latte art, traino o moda?

Negli ultimi anni è nata la Latte Art, l’arte di decorare con dei pattern la crema del cappuccino, per esempio con figure a cuore, tulip e rosetta.

La campionessa mondiale di Latte Art, Manuela Fensore  spiega che

Manuela Fensore campionessa di Latte Art  del cappuccino
Manuela Fensore campionessa mondiale di Latte Art

è un modo per ispirare tanti giovani che grazie a questa disciplina si formano e magari aprono dei locali propri, o vanno a lavorare in bar di tendenza

Latte Art inoltre non significa perdita di qualità del prodotto finale, continua infatti Manuela Fensore:

«Decorare un buon cappuccino …il nostro compito è anche quello di valorizzare la qualità che mettiamo nella tazza».

L’Istituto Espresso Italiano.

L’Istituto Espresso Italiano (IEI) tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www.inei.coffee

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Ciao, sono Emanuela, donna, moglie, madre e blogger con studi classici e formazione giuridica, eclettica per natura e per destino, “nerd” quanto basta.

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