
L’influencer era influenzata!
Sì, proprio così, e l’influencer si era influenzata in due modi diversi: prima si era presa l’influenza e, nel frattempo si stava facendo influenzare dalle influencer più piccole, le “nanoinfulencer“.
Si era beccata l’influenza proprio nel periodo più fervido: il Natale! Proprio adesso che aveva mille proposte di lavoro e mille impegni, l’influenza la costringeva a casa. Sotto le coperte, con lo sguardo fisso al termometro, aspettava che la febbre scendesse, che l’influenza scomparisse. Invece, niente!
Il termometro si era assestato sui 38 gradi e i sintomi dell’influenza non l’abbandonavano.
Che cosa poteva fare a parte scusarsi e disdire gli appuntamenti?
Poteva solo accettare e fermarsi. Ma lei era un’influencer, influenzata, ma poteva con astuzia ottimizzare il suo fermo immagine (si fa per dire!). Faceva parte della sua mentalità saper fare di ogni momento della sua vita un’occasione per postare, raccontare e quindi influenzare! Però, stavolta, non le veniva nulla da creare.
L’influenza l’aveva davvero influenzata!
Mentre pensava a tutte le volte in cui lei aveva influenzato, si rendeva conto di essere anche affascinata dal profilo di una nanoinfluencer ( come si definiscono quelle che hanno molti meno follower).
Si chiamava Pinuccia questa piccola concorrente, non era nemmeno bella e giovane quanto lei, ma aveva un modo tutto suo di postare e presentarsi. C’era meno glamour e più realtà: i prodotti erano quelli che realmente acquistava per sé, e che pensava di usare ogni giorno. Qualche volta sbagliava, per qualità, prezzo o taglia e allora non ne faceva un mistero: lo diceva apertamente e spiegava il perchè.
Le foto non erano quasi mai photoscioppate (perdonatemi la parola!) e rappresentavano la realtà del suo contesto di vita. Niente case splendide, set costruiti, armadi riordinati allo spasimo: tutto era vero! Erano veri i prodotti, i prezzi, i luoghi e le fotografie.
Le sue super colleghe avrebbero detto che “Pinuccia” fosse pure un po’ alla buona come influencer. Ma per lei non era più così. Lei la vedeva come un esempio di verità, di vita concreta, proprio di quella vita reale che le aveva causato l’influenza.
Da tempo aveva iniziato a preoccuparsi, a sentire che la base del suo lavoro di influencer si stava incrinando: come avrebbe potuto convincere gli altri se, adesso, lei non era più convinta di ciò che stava facendo?
Così, lentamente, aveva iniziato a cambiare prospettiva, a configurare nuovi modi di lavorare. Forse influenzare non era più la parola giusta. Pensava, invece, di guidare e condurre i suoi follower.
Sì, ma dove?

Non lo sapeva bene nemmeno lei, ma sentiva che ci poteva essere un modo più semplice ed etico di guidare la sua fun base; magari, alcuni followers se ne sarebbero andati e altri sarebbero arrivati.
I nuovi follower, accanto ai fedelissimi, avrebbero rinnovato la sua base di pubblico e avrebbero poi apprezzato, col tempo, una comunicazione più giusta, più semplice e in linea con la vita di tutti.
Una vita serena e trasparente, era quello di cui sentiva di avere realmente bisogno e di voler comunicare.
Non era questione di griffe, di firme; anche quelle ci potevano stare; era questione, invece, di modo, di misura. Modus in latino significa misura, l’origine della parola moda. La moda ( o il fashion ) è una questione di misura: nelle forme, nei colori e nella qualità e anche nella quantità.
L’influencer influenzata adesso pensava che d’ora in avanti avrebbe scelto con più cura i suoi outfit, e sarebbe stata più parca anche nella quantità di proposte; che si sarebbe avvalsa delle collaborazioni più giuste e avrebbe influenzato in modo diverso i suoi follower.
Avrebbe comunicato realmente chi era e cosa amava della vita.
E così Pinuccia, la nanoinfluencer, l’aveva definitivamente influenzata!
Perchè: voglio ringraziare tutte le big influencer e ringraziare le nanoinfluencer così preziose!
Perchè: amo raccontarvi il mio Fantablog!