
Il “coronavirus” di origine quasi sconosciuta e di approdo incerto è in Italia. Abbiamo paura, lo temiamo e mi sono chiesta: che ne sarà della cultura ai tempi del coronaviurs?
Consideriamolo un caso di pandemia vera e propria, trasmissibile per via aerea e ad alto contagio che sta cambiando l’economia e la vita sociale. Sembra fantascienza.
Cambierà anche il modo di vivere e fare cultura?
Credo proprio di sì.
Ipotizzo che alcuni settori potranno essere penalizzati, altri no, potranno persino averne un incremento.
I libri, ad esempio: che si leggono autonomamente, nelle proprie case o altrove, ma sempre in un ambiente intimo e personale. In questo senso la lettura potrebbe avere un incremento; dunque preferiremo leggere anzichè andare a teatro?
I luoghi di assembramento e di riunione sono sicuramente più sconsigliati e svantaggiati in questi casi. Dovremmo andarci con mascherine o altre attrezzatura igienico sanitarie? Per ora no, aspettiamo eventuali indicazioni.
Aspettiamo indicazioni sempre più specifiche perchè camminiamo, anzi brancoliamo, nel buio. Ci rassicurano, ci angosciano, minimizzano o tragicizzano: comunque la realtà è quella che è.
Intanto ho avuto notizia di alcune uscite al cinema che sono state differite a data da destinarsi, ed ugualmente, per alcune presentazioni di libri. In questo momento la Lombardia è sotto grande osservazione, ma in genere l’Italia, perchè siamo i più colpiti in Europa.
Cosa dobbiamo fare? Camminare un passo alla volta, uno davanti all’altro con buon senso, senza eccessi. I privati hanno la respondsabilità delle loro vite e le istituzioni quelle dei cittadini.
E vediamo se la tecnolgia potrà sopperire a qualcosa che non va.
C’è tanta comunicazione diramata per ogni via tecnologica possibile (penso soprattutto ai video e ai podcast), perchè non utilizzarla per sopperire a questo momento di disagio?
Musei da vedere virtualmente, video conferenze, teleteatro e telecinema, insomma, perchè no? Già ce ne sono molte di queste realtà virtuali e, allora, usiamole quando occorre!
Si potrebbero proteggere tutte quelle professionalità che lavorano nei settori culturali e che sono messe a dura prova in questo momento.
Vedremo il cinema e il teatro da casa? Sì ma magari vorrei un video per ogni piéce teatrale perchè una è diversa dall’altra. E poi anche cinema e musei sarebbero una bella sfida.
Toglietemi tutto ma non la cultura!
Incrementatela e proteggetela con la tecnologia.
Ingegneri, informatici, economisti, trovate il modo per farci fruire, comunque, di ogni aspetto della cultura. Non possiamo rinunciare ai musei, ai teatri, ai cinema, a tutto quello che è stare insieme per uno scopo bello e culturalmente interessante, persino spirituale.
Intanto vi consiglio prudenza e buonsenso.
Questi parametri antichi e immortali del buon vivere potranno essere le nostre bussole di orientamento, mentre camminiamo, un passo alla volta, la nostra marcia della vita.
La tecnolgia salverà la Cultura ai tempi del Coronavirus?
Perchè questo post: perchè è giusto che io comunichi il mio stato di allarme per la cultura ai tempi del coronavirus. Ma è anche giusto essere propositivi verso possibili soluzioni tecnologiche; perchè il web è, in fin dei conti, la piattaforma principale della mia divulgazione culturale.
Una proposta intelligente e creativa, fonte di ispirazione per tutti coloro che si occupano di cultura. Grazie Emanuela!
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