
18 settembre 2015 ore 16.00
Vito Mancuso
prende forma un libro solenne e intimo, costruito come un labirinto della
coscienza, con le parole del Nuovo e del Vecchio Testamento, che qui si
rinnovano con grande potenza, a illuminare la nostra umanità, o le sue parvenze,
nel fuoco della contesa tra dovere e vocazione, forza e fragilità, accettazione
del male o fuga dalla realtà. I diversi punti di vista, impersonati dalle figure
in scena, saranno spunto per un dialogo tra l’autore e Vito Mancuso.
![]() |
Sergio Claudio Perroni |
parola (Brunella Schisa, Venerdì)
Tuttolibri)
Montefoschi, Corriere della Sera)
conoscere al lettore la ricchezza espressiva della Bibbia (Orazio La
Rocca, The Global Times)
partecipazione il cuore profondo di ogni teologia (Massimo Donà,
L’Espresso)
letteraria (Oscar Iarussi, Gazzetta del Mezzogiorno)
stato chiamato a parlare davanti agli studenti del Collegio Romano, l’università
dei gesuiti (Paolo Rodari, La Repubblica)
della Bibbia e dei Vangeli (Vittorio Sgarbi, QN La Nazione/Resto del
Carlino/Il Giorno)
coscienza, dell’angoscia, della tentazione (Roberto Carnero, Famiglia
Cristiana)
Ecco un libro che affronta un episodio, anzi,
l’episodio, che ha sconcertato il mondo intero: un papa, sopraffatto
dalla realtà, ha lasciato il soglio pontificio e si è ritirato a meditare in un
remoto monastero benedettino. Questa azione non è stata mai
affrontata, né indagata come questione morale. Un misterioso frate va a fargli
visita e lo interroga sui motivi della sua scelta. Il pacato confronto tra i due
religiosi si trasforma presto in scontro non solo dialettico: l’uno sostiene con
veemenza le ragioni della propria rinuncia, l’altro lo incalza con l’accusa di
avere abbandonato il gregge che gli era stato affidato, tradendo così il
principio stesso della sua missione. Neppure il rivelarsi della natura
“inaudita” dell’ospite placherà il contrasto tra i due – o forse tra le due
anime di un pontefice rinunciatario che, come qualsiasi mortale cui brucino le
proprie rese, si misura con la coscienza sino alle estreme conseguenze. Per
scrivere Renuntio Vobis, Perroni ha fatto un poderoso
lavoro di selezione degli oltre trentamila versi che fanno la bellezza e la
verità senza tempo della Bibbia e fa parlare i suoi personaggi esclusivamente
con versetti del Vecchio e del Nuovo Testamento. Così affronta un evento
della storia recente e ne fa un racconto avvincente in cui la parola biblica è,
al tempo stesso, sublime strumento espressivo e attualissimo paradigma
spirituale; un invito a fare memoria dell’assoluto, unico rimedio al
nulla. Sergio Claudio Perroni conferma con questo nuovo lavoro la sua
originalità di scrittore, la sua mancata adesione ai canoni richiesti dal nostro
tempo, la sua amicizia vera e profonda con i testi classici e la loro pulsante
vitalità.
Bompiani ha pubblicato Non muore nessuno (2007), Leonilde, storia
eccezionale di una donna normale (2010) e Nel ventre (2013).
vobis
presentazione
Spiritualità, presentazione e reading