
Un cippo dell’epoca di Claudio torna alla luce a Roma in Piazza Augusto Imperatore. Ora si trova nella Sala Paladino dell’Ara Pacis in attesa della collocazione definitiva nel Mausoleo di Augusto.
I cippi erano delle pietre che delimitavano il pomerium, un perimetro speciale che stabiliva il limite sacro, civile e militare della città. Il pomerium, infatti, separava la città in senso stretto (urbs) dal territorio esterno (ager) e delimitava la zona mediante questi cippi. Entro il pomerium non si poteva arare, abitare o erigere costruzioni e attraversare in armi.
Durante gli scavi per la riqualificazione della zona di Piazza Augusto Imperatore, in particolare ai lavori della condotta fognaria, hanno ritrovato questo raro cippo di travertino (193cmx74,5cmx54cm) ancora infisso nel terreno.
Il cippo testimonia preziosamente lo sviluppo dell’Urbe e il suo ampliamento e gli esperti lo fanno risalire all‘epoca dell’Imperatore Claudio.
In particolare al 49 d.C., in occasione dell’ampliamento del pomerium con la conquista della Britannia.
Roma non smette mai di stupire e si mostra sempre con nuovi tesori. Si tratta di un ritrovamento eccezionale: nel corso del tempo, sono stati rinvenuti solo altri dieci cippi relativi all’epoca di Claudio e il più recente, fino ad oggi, è stato ritrovato nel 1909, dunque oltre 100 anni fa.
dice Virginia Raggi la Sindaca di Roma.
Il pomerium era così importante nel suo significato, che veniva spostato raramente, perchè chi lo faceva era considerato un nuovo fondatore della città.
Pur rivendicando l’ampliamento del pomerio, l‘Imperatore non menzionava mai i territori conquistati, ma con i cippi sottolineava l’allargamento dei confini del popolo Romano. Infatti, non era tanto il confine fisico che contava, quanto il corpo civico e l’estensione della cittadinanza.
E in ogni caso l’ampliamento del pomerium investiva anche un significato religioso e militare, oltre che civile.
Peraltro, l’intervento sul pomerio effettuato da Claudio è l’unico attestato sia a livello epigrafico che a livello letterario: l’unico, ad esempio, menzionato nella lex de imperio Vespasiani, come precedente.
Perchè: questo prezioso ritrovamento offre nuovi spunti di studio sul pomerium e sullo ius proferendi pomerii e sull’importanza del concetto di “spazio” per i Romani.